Iniziamo col dire che i tifosi del Milan avrebbero meritato un regalo di Natale ben diverso. Alla vigilia di Roma-Milan però si respirava una strana ed incomprensibile euforia e la trasferta capitolina sembrava più una scampagnata ai castelli romani ad infilzare porchetta, piuttosto che uno scontro diretto con una pericolosa concorrente per un posto in Champions. I risultati si sono visti.
In questi ultimi mesi abbiamo spesso invocato un bel filotto di vittorie per regalare un po' di autostima, convinzione e fiducia nei propri mezzi ai ragazzi di Allegri, e le quattro vittorie consecutive appena conquistate sembravano la medicina giusta per ritrovare il vero diavolo. Evidentemente le dosi di autostima si sono rivelate eccessive. Come ha dichiarato capitan Ambrosini, dall'altro della sua esperienza e carisma, "il Milan oggi non ha grandi qualità individuali e quindi non può permettersi di andare a marce ridotte". Tradotto, urge rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare ancor più duramente per raggiungere i risultati sperati.
Detto questo, la partita contro la Roma ha palesato le solite difficoltà ed i consueti problemi: primo tempo regalato agli avversari, ennesimo gol subito su palla inattiva, assoluta incapacità di fronteggiare gli avversari sui colpi di testa, giocatori di spessore che spariscono nei momenti in cui ci sarebbe maggior bisogno di loro (Mexes, Nocerino, Boateng, Robinho) etc. etc.
Tutte cose viste e riviste, dette e ridette, stavolta però si è aggiunta la variabile della serata non brillantissima di El Shaarawy (che più di una volta ha tolto da solo le castagne dal fuoco ad Allegri) ed il Milan è crollato. E' impensabile però che il club più titolato al mondo poggi quasi esclusivamente sulle spalle di un ragazzo di 20 anni, per quanto dotato di un talento smisurato. Ed è su questo che in via Turati dovranno ragionare in chiave di mercato.
E' giusto che Galliani pensi a Balotelli e Drogba per sostituire Robinho e Pato; è legittimo che Braida studi Strootman per chiudere il cratere lasciato dall'infortunio di De Jong; ma la dirigenza rossonera farebbe bene a pensare seriamente anche a come sistemare la difesa del Milan perché è impensabile andare avanti in questo modo e sperare di conquistare un posto in Champions League.
Durante la conferenza stampa post-partita contro la Roma, Allegri ha dimostrato di possedere straordinarie doti da equilibrista. Incalzato da domande, forse un po' troppo morbide, sul perché dei black out difensivi, il mister rossonero non si è mai scomposto: "dobbiamo essere più attenti", le sue parole. Dando per buona la teoria dell'attenzione verrebbe da chiedere, ma come mai, arrivati ormai a metà campionato, non si è ancora trovata la ricetta per evitare certi errori imbarazzanti?
La risposta non arriverà mai da Allegri o da fonti ufficiali della società, ma noi possiamo permetterci di dirlo: più che l'attenzione, il problema é la qualità dei protagonisti. Parliamoci chiaro, i cinque centrali di difesa del Milan farebbero fatica a ritagliarsi un posto da titolare anche in squadre impegnate nella lotta per non retrocedere. Se poi ci mettiamo anche un centrocampo che, da quando la diga De Jong si è frantumata, non riesce più a far filtro, ecco spiegato il motivo della disfatta romana. La speranza è che Galliani, finito di girare il cinepanettone "Natale a Rio", possa dedicarsi a puntellare seriamente la retroguardia rossonera. Al momento purtroppo non sembra ci siano trattative avviate, come se il problema non esistesse. La speranza è che la batosta subita a Roma apra gli occhi a chi di dovere, perché il Milan ha bisogno urgente di rinforzi in ogni zona del campo.
In questi ultimi mesi abbiamo spesso invocato un bel filotto di vittorie per regalare un po' di autostima, convinzione e fiducia nei propri mezzi ai ragazzi di Allegri, e le quattro vittorie consecutive appena conquistate sembravano la medicina giusta per ritrovare il vero diavolo. Evidentemente le dosi di autostima si sono rivelate eccessive. Come ha dichiarato capitan Ambrosini, dall'altro della sua esperienza e carisma, "il Milan oggi non ha grandi qualità individuali e quindi non può permettersi di andare a marce ridotte". Tradotto, urge rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare ancor più duramente per raggiungere i risultati sperati.
Detto questo, la partita contro la Roma ha palesato le solite difficoltà ed i consueti problemi: primo tempo regalato agli avversari, ennesimo gol subito su palla inattiva, assoluta incapacità di fronteggiare gli avversari sui colpi di testa, giocatori di spessore che spariscono nei momenti in cui ci sarebbe maggior bisogno di loro (Mexes, Nocerino, Boateng, Robinho) etc. etc.
Tutte cose viste e riviste, dette e ridette, stavolta però si è aggiunta la variabile della serata non brillantissima di El Shaarawy (che più di una volta ha tolto da solo le castagne dal fuoco ad Allegri) ed il Milan è crollato. E' impensabile però che il club più titolato al mondo poggi quasi esclusivamente sulle spalle di un ragazzo di 20 anni, per quanto dotato di un talento smisurato. Ed è su questo che in via Turati dovranno ragionare in chiave di mercato.
E' giusto che Galliani pensi a Balotelli e Drogba per sostituire Robinho e Pato; è legittimo che Braida studi Strootman per chiudere il cratere lasciato dall'infortunio di De Jong; ma la dirigenza rossonera farebbe bene a pensare seriamente anche a come sistemare la difesa del Milan perché è impensabile andare avanti in questo modo e sperare di conquistare un posto in Champions League.
Durante la conferenza stampa post-partita contro la Roma, Allegri ha dimostrato di possedere straordinarie doti da equilibrista. Incalzato da domande, forse un po' troppo morbide, sul perché dei black out difensivi, il mister rossonero non si è mai scomposto: "dobbiamo essere più attenti", le sue parole. Dando per buona la teoria dell'attenzione verrebbe da chiedere, ma come mai, arrivati ormai a metà campionato, non si è ancora trovata la ricetta per evitare certi errori imbarazzanti?
La risposta non arriverà mai da Allegri o da fonti ufficiali della società, ma noi possiamo permetterci di dirlo: più che l'attenzione, il problema é la qualità dei protagonisti. Parliamoci chiaro, i cinque centrali di difesa del Milan farebbero fatica a ritagliarsi un posto da titolare anche in squadre impegnate nella lotta per non retrocedere. Se poi ci mettiamo anche un centrocampo che, da quando la diga De Jong si è frantumata, non riesce più a far filtro, ecco spiegato il motivo della disfatta romana. La speranza è che Galliani, finito di girare il cinepanettone "Natale a Rio", possa dedicarsi a puntellare seriamente la retroguardia rossonera. Al momento purtroppo non sembra ci siano trattative avviate, come se il problema non esistesse. La speranza è che la batosta subita a Roma apra gli occhi a chi di dovere, perché il Milan ha bisogno urgente di rinforzi in ogni zona del campo.
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