Spariamola grossa e togliamoci il pensiero. Se c’è un anno buono per vincere lo scudetto è questo. Perché la Juve e l’Inter hanno i loro problemi o comunque non sembrano così ultraterrene, perché il campionato è una corsa selvaggia, perché i risultati sono un po’ pazzi probabilmente anche a causa degli stadi vuoti. Va bene, è anche solo folle pensarlo e soprattutto dirlo a novembre, dopo appena 8 giornate, ma a Roma - e soprattutto alla Roma - il vento fa presto a cambiare. E a soffiare dalla parte giusta. Portando soprattutto pensieri positivi (fin troppo…) Non più tardi di due mesi fa, subito dopo l’avvento dei Friedkin, ci si chiedeva se fosse giusto ricominciare con Paulo Fonseca, oggi il portoghese è considerato il conduttore e il pilastro di sostegno di una nuova Roma che entusiasma e fa addirittura dire: «Sì è lui l’uomo giusto». Più di Dzeko, Smalling o il nuovo idolo Mkhitaryan. Oggi, questa è decisamente la Roma di Paulo Fonseca, oggi più Zorro che mai. Il cambio della guardia in società ha sicuramente influito, portato nuovo ottimismo e certezze, vedere Friedkin padre e figlio sempre in tribuna ovunque (va bene, Cluj se lo sono risparmiato) è stata una sferzata per l’ambiente, a cominciare dai giocatori. Che adesso sanno che c’è qualcuno che li osserva da vicino e che non vuole perdere troppo tempo. La partenza dei Friedkin è stata prudente, nessuna follia di mercato, ma l’idea di rilucidare i vecchi acquisti e rimetterli in vetrina come nuovi ha funzionato. [..] (La Repubblica. F. Bocca)
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