lunedì 1 ottobre 2012

Napoli, prova di maturità superata: ora turn over in Europa

Era ciò che un pò tutti alla vigilia intendevano come prova di maturità da mettere in atto a Marassi, casa di una Samp tignosa, cattiva, che non avrebbe concesso nulla, facendo una gara maschia, forse fin troppo, picchiando per intimorire e ricacciare le minacce in maglia azzurra. E il Napoli che forse fino ad un anno fa avrebbe subito la pressione, accusando nelle gambe e ancor di più nella testa la stanchezza per la terza partita in sette giorni, ha risposto da grande, badando al sodo con una prova di sofferenza, di attesa paziente ma anche di cuore nella ricerca, divenuta spasmodica a metà ripresa, del gol che potesse far cambiare gli equilibri. Ci voleva carattere e la squadra di Mazzarri ha dimostrato di averne, conquistando una vittoria ineccepibile con un calcio di rigore frutto della solita ripartenza veloce. La lezione di Catania è servita dal momento che perforare il bunker doriano, per nulla disposto a giocare di fioretto, non era impresa facile: e questa volta gli uomini simbolo delle ambizioni azzurre non sono venuti meno. Hamsik ha suonato la carica, Cavani ha deciso con il 73esimo sigillo ed una prova di corse folli anche in difesa, Insigne ha sparigliato le carte rimpiazzando Pandev nel momento più opportuno. In mezzo la tenacia di Inler e del sanguinante Behrami, la sostanza con pochi fronzoli delle sgroppate di Maggio e Zuniga e la prestazione senza rischi di una difesa di cui Gamberini è già protagonista. La storia della serie A parla chiaro e insegna che l'imperativo per vincere non è esser belli a tutti i costi ma concreti, che le giocate dei singoli sono poca cosa se non supportati dalla personalità di un gruppo che sa ciò che vuole, predisposto pertanto a battaglie come quelle di Genova in cui nessuno può nascondersi o tirare indietro la gamba. Mazzarri non guarda la classifica intanto mette in fila cinque vittorie ed un pari che significano la miglior partenza in campionato nella storia del club, ripetendo quanto avvenuto con Vinicio e Pesaola nel 57-58, nel 70-71 quando recitavano in azzurro Zoff, Altafini e Juliano e nella stagione 1987-88, quella in cui la banda di Diego Maradona rimase imbattuta fino alla dodicesima giornata per perdere il titolo al fotofinish con il Milan. Soprattutto il livornese ritrova il suo Napoli da trasferta, che ha oggi sei punti in più rispetto all'avvio dello scorso anno. Allora c'era la Champions, da mettere in primo piano. Giovedì ad Eindovhen sarà invece turn over totale perchè risparmiare le energie in Europa League per pensare di poter contendere lo scudetto alla Juventus non può essere per questo Napoli cosa da folli...

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