mercoledì 12 settembre 2012
CALCIO:PRANDELLI E'CANTIERE'ITALIA,OSERO'PER SPETTACOLO
Cercasi identita' azzurra. Ma, per
cominciare, anche dei semplici terzini. Due partite, quattro
punti e poco gioco, eccolo il bilancio della prima Italia di
Cesare Prandelli dopo l'Europeo. ''Non mi piace sentir dire che
siamo un cantiere aperto, perche' non amo giocare con le parole:
pero' e' innegabile che stiamo lavorando ancora, dobbiamo
trovare la nostra nuova idendita'', dice il commissario tecnico
azzurro all'indomani della vittoria su Malta che proietta la
Nazionale in testa al girone di qualificazione ai Mondiali,
insieme con la Bulgaria.
Il credito di simpatia e consensi accumulato con l'Europeo e'
appena intaccato. Alle due partite contro Bulgaria e Malta c'e'
da far la tara di qualche assenza, di un nuovo ciclo, delle
tradizionali pigrizie settembrine. Prandelli pero' non nasconde
che l'obiettivo ideale erano i sei punti, e che di qui al doppio
impegno di ottobre (il 12 a Erevan con l'Armenia, il 16 a Milano
con la Danimarca: e saranno partite chiave) spera di aver fatto
tesoro delle indicazioni negative e di ritrovare giocatori piu'
avanti di condizione.
Un'idea di che Italia dovra' essere, quella del suo secondo
biennio, a dire il vero ce l'ha. Il problema e' come
realizzarla: ''Tempo non ne ho molto, per costruire. Allora la
via e' una sola: osare. Voglio una squadra che sia ancora piu',
come dire, intensa. Che punti allo spettacolo. Ecco, questa e'
la parola d'ordine per il biennio''.
Fosse facile, se per necessita' e scelta si deve
definitivamente rinunciare all'idea di un trequartista. ''La
scomparsa del 10 tradizionale - ricorda Prandelli - non e' solo
questione italiana. E' un po' di tempo che nel calcio moderno
quel ruolo non c'e' piu'. Se non in modo diverso. Noi tutti
quando parliamo del trequartista dovremmo abituarci a intendere
un'interpretazione diversa. Esistono i cicli, forse tra qualche
anno torneranno a spuntare giocatori con abilita' particolari''.
''Ma ora non sono piu' dei 10 come li abbiamo sempre intesi: con
le densita' di centrocampo nel calcio moderno - spiega -
diventano dei veri e propri centrocampisti. E dire che qualche
volta all'ultimo Europeo mi si contestava di non
impiegarlo...''.
Bocciato Diamanti nel ruolo - ma non in assoluto -, resta la
consapevolezza che la formula giusta va ancora trovata.
''Pensiamo a Pirlo - aggiunge Prandelli - Era un 10, per
necessita' e' stato arretrato. Ieri era marcato a uomo, e se in
quella zona sei bloccato devi trovare alternative sulle fasce''.
Prandelli non lo dice, ma e' sotto gli occhi che a latitare
nei ruoli, piu' che i 10, sono i terzini. ''Criscito per
ottobre? Lo seguo con attenzione'', dice il ct, pronto a
richiamare il difensore esterno dello Zenit, ora che la sua
posizione giudiziaria si e' alleggerita (prosciolto a Genova,
resta in piedi l'inchiesta di Cremona). Ma l'emergenza e' tale
che il ct pensa a osare anche in altro modo: Giaccherini
terzino, sulle orme della trasformazione di Zambrotta anni fa,
e' una possibilita' anche per la difesa a quattro. Che e' la
base per un ritorno al centrocampo dei piedi buoni, con quattro
elementi che puntano alla rotazione del pallone.
Diverso il discorso per Insigne. ''E' presto per dire se la
prestazione di ieri mi apre prospettive per il 4-3-3 con
Balotelli: loro due non hanno neanche un minuto di allenamento
insieme, in azzurro. Pero' - sottolinea Prandelli - dopo tre
partite di A, l'esordio di questo ragazzo del Napoli e' stato
molto buono: e' una situazione interessante''.
E' aperto, dunque, il casting azzurro. Perche' per arrivare a
definire la formula, Prandelli vuole prima capire i giocatori a
disposizione. ''Di tempo non ne ho molto'', ribadisce il tecnico
per il quale i pochi spazi a disposizione stanno diventando un
vero e proprio cruccio. ''Ma devo selezionare, capire chi dei
tanti giovani interessanti puo' continuare a far parte di questo
gruppo. Per costruire qualcosa di nuovo, per osare e dare
spettacolo''. Ambizioso. Ma ancora oggi solo un obiettivo.
(ANSA).
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