Inutile girarci intorno, lo spettacolo è stato desolante. Lo 0-0 di San Siro ha solo aumentato le perplessità dei tifosi rossoneri in questo primo scorcio di stagione. Terza gara casalinga ufficiale e primo pareggio dopo le sconfitte contro Sampdoria e Atalanta. Di fronte, però, un avversario tecnicamente e tatticamente più debole rispetto alle due compagini italiane. Mbokani, Biglia e poco più per i campioni di Belgio che sono reduci in campionato da tre pareggi consecutivi.
Per analizzare la partita partiamo dalle scelte di Massimiliano Allegri. Una sola punta di ruolo, con due trequartisti e ben tre mediani alle loro spalle. Un 4-5-1 mascherato da 4-3-2-1 che ha avuto come risultato quello di lasciare troppo isolato Giampaolo Pazzini in attacco. Tanti muscoli in mezzo al campo che non hanno giovato all'impostazione del gioco. Allegri ha affidato a De Jong le chiavi del centrocampo, ma il centrocampista olandese ha ben altre caratteristiche. In panchina non c'erano alternative di qualità: Constant e Ambrosini. Si spera nel rapido recupero di Riccardo Montolivo, ma la scelta di schierare cinque centrocampisti e una sola punta lascia perplessi. A dimostrazione di ciò l'ingresso di El Shaarawy nella ripresa che ha permesso ad Emanuelson di allargarsi sulla sinistra (olandese sostituito proprio nel suo momento migliore) e al Milan di affondare con maggiore pericolosità sulle corsie esterne.
Effetto collaterale di questo momento difficile il numero di spettatori presenti: 18.265 i mini-abbonamenti sottoscritti, tanti gli spazi vuoti sugli spalti nella gara di esordio in Champions League. Un pubblico che non è abituato a uno spettacolo del genere. Ambiente che non aiuta la squadra e mette ancora più pressione a un gruppo che dà l'impressione di vagare nel buio più totale.
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