lunedì 17 settembre 2012

Talismano Hernanes: quando segna, la Lazio vince


Un poster quel gol, da attaccare alle pareti: una sgommata prepotente, una cavalcata impressionante, è partito da centrocampo, s’è infilato nello spazio, ha resistito alle cariche, ha bucato la rete. Talento, intuito, classe, potenza, un concentrato di quantità e qualità dietro quella rete, nobilita il calcio. E’ un Hernanes mostruoso, centrocampista e goleador, gioca in pantofole. Ha sempre segnato in Italia, ma la sua trasformazione in tuttocampista sè completata quest’anno. E’ diventato un tenore che sa stare nel coro. Diventerà un poster a grandezza naturale la sua prodezza. Il primo anno segnò 11 gol, eguagliò il record firmato da Nedved a fine anni ’90 (11 reti in serie A), nessun centrocampista era mai stato allaltezza della furia ceca sotto porta. Hernanes sì e per poco non lo superò. Il Profeta, insieme con Nedved, è il centrocampista più prolifico della storia biancoceleste e in Italia combatte con Hamsik per conquistare lo scettro dei cannonieri d’altra natura e generazione. E’ un avvoltoio Hernanes, ha imparato a ringhiare, ha aumentato la resistenza fisica, ha più fiato, è più forte atleticamente, non lo butti giù. Estetica e concretezza, non c’è contesa nel calcio del brasiliano, è il mix ideale: cinismo e fantasia, magia.
LE STATISTICHE – Numeri da campione, da leader per il Profeta. Porta fortuna, è il talismano della Lazio, quando segna Hernanes, si vince. Non c’è storia. Gli ultimi 14 gol che ha realizzato in campionato hanno regalato 14 vittorie! Altro che superstizione. L’ultima rete che non ha portato il successo, sempre in serie A, risale al lontano 6 febbraio 2011, all’Olimpico si giocava proprio Lazio-Chievo, il match finì 1-1. Il gol del Profeta non bastò per incassare i tre punti, ma da allora il brasiliano è stato decisivo nei tabellini.
LA SERIE – Quattordici gol vincenti firmati in campionato dal 20 febbraio 2011 (Lazio-Bari 1-0) sino a ieri (Chievo-Lazio 1-3) e la striscia positiva può proseguire. Non è finita, è un Hernanes d’oro. Ha segnato 22 gol con la Lazio in serie A, ha siglato due doppiette (la prima è datata 14 maggio 2011, Lazio-Genoa 4-2), nelle venti partite in cui ha fatto centro sono arrivate 18 vittorie e due pareggi, mai una sconfitta.
CONTINUITA – Ventidue gol in A divisi così: 11 nel primo anno, 8 nel secondo, 3 in 3 gare giocate nell’annata in corso, ed è appena iniziata. Hernanes spesso è stato discontinuo nel rendimento (era il suo limite, ora non più), ma le sue prodezze hanno sempre regalato vittorie e punti pesanti. Non si discuteva la sua vena realizzativa, veniva valorizzata dal ruolo di trequartista, un ruolo che Reja gli aveva disegnato su misura. Si discuteva la mancanza di continuità, le assenze prolungate in campo e che spingevano Reja a sostituirlo. Hernanes, l’anno scorso, concluse il campionato fissando un record negativo: fu il giocatore più sostituito dell’intero campionato. Oggi è insostituibile, il ruolo di centrocampista lo ispira. Ne ha parlato con Petkovic a inizio stagione, gli ha chiesto di arretrare, di partire dalla linea mediana. Hernanes, giocando così, vinse due scudetti col San Paolo, conquistò la Nazionale, attirò le attenzioni di club del calibro di Milan, Inter e Barcellona. Questo Hernanes è unico, insostituibile, imperdibile. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Petkovic se l’è trovato in casa, lo ha valorizzato. La Lazio lo ha blindato, respinta ogni pretendente. Lo ha protetto da ogni critica, lo ha lucidato in estate, rimesso a nuovo come il suo bene più prezioso. Aveva ragione. E adesso l’oro luccica. Non era mai stato così brillante. Splendido splendente.
Fonte:corrieredellosport

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