Sono bastate due partite modeste in Bulgaria e contro Malta per far ricredere la maggioranza dei critici sull'Italia. A me, invece, sono state più che sufficienti per una conferma: Prandelli è un c.t. sopravvalutato e contraddittorio, l'Europeo è stata l'eccezione.
Due partite buone: la prima con la Spagna e la penultima con la Germania, poi molta mediocrità e la "grazia" per non essere diventati vittima di una pastetta (se Spagna e Croazia avessero fatto pari, gli azzurri sarebbero stati eliminati).
Perché Prandelli è un c.t. sopravvalutato e contraddittorio? Perché per due anni ha provato il 4-3-1-2 e poi, a pochi giorni dall'esordio continentale con la Spagna, ha abiurato virando verso il 3-5-2 (per di più con De Rossi centrale difensivo).
Dicono: è un segno di intelligenza. Per me no. Casomai si tratta di arrendevolezza, a maggior ragione se fosse vero che il suggerimento è partito dallo spogliatoio. Ma anche ammettendo che Prandelli l'abbia fatto sposando necessità a utilità, perché poi insistere con il 3-5-2 nella prima gara di qualificazione europea a Sofia? E perché cambiare in corsa, nella stessa occasione, con il risultato di subire un gol dalla parte di Ogbonna che esterno di sinistra non è?
A essere sinceri, non credo sia nemmeno un problema di sistema di gioco. Se lo fosse, contro Malta, il 4-3-1-2 prima e il 4-3-3 dopo, avrebbero dovuto dare frutti più copiosi dei due gol. Invece è proprio un problema di convinzione, ritmo, compatibilità, identità. Tutti aspetti sui quali deve insistere l'allenatore, oggi più che mai in difficoltà, visto che non riesce ad incidere.
Io credo che lo scollamento all'interno del gruppo azzurro sia più profondo di quanto non si veda e più esteso di quanto si possa immaginare. La squadra ha una consapevolezza: non è forte come l'Europeo ha detto, il timoniere ha preso a cambiarla troppe volte, mancano punti di riferimento certi.
Non sarà facile ricompattarla. Soprattutto ora che un problema tecnico bussa alla porta del c.t.: Criscito va verso il proscioglimento e si ricandida di prepotenza per la convocazione che gli fu ingiustamente negata prima di Polonia e Ucraina. La contraddizione più grande di Prandelli è questa. E non potrà sopportarla, o nasconderla, ancora a lungo.
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