Fabio Capello, commissario tecnico della Nazionale russa, è intervenuto a Undici, trasmissione di approfondimento calcistico condotta da Pierluigi Pardo su Italia 2. L'ex allenatore tra le altre di Milan e Juventus, ha parlato di numerosi argomenti, dall'attualità del nostro calcio al suo passato da giocatore e sulle sue tante vittorie.
Sulla Roma: "Coi giocatori che ha dovrebbe essere molto vicina alla vetta, ha perso partite che aveva già in mano ma bisogna dare tempo ai giocatori per far capire la propria filosofia. Il rigore? Non credo fosse rigore, ma la Roma ha vinto sul campo con meriti assoluti".
Sui tempi da calciatore: "Ero un centrocampista che aveva una buona visione di gioco, non veloce, intelligente sul campo e con una buona prpoensione al gol. Sapevo posizionarmi bene, correvo molto, ero sempre d'aiuto. Quando ho capito di poter fare l'allenatore? Mi fu proposto, appena ho finito di fare il calciatore, di diventare l'allenatore delle giovanili del Milan. Poi ho fatto tutta la trafila e mi fu proposto dA Berlusconi di prendere la squadra nella ultime cinque partite per cercare la qualificazione alla Uefa".
Sulla vittoria in Champions nel '94 con il Milan: "Direi che è stata la partita più bella ed importante che ho giocato con il Milan, eravamo sfavoriti, ma ci fu una grande attenzione da parte di tutta la squadra, il Barcellona ci aveva sottovalutato tanto che festeggiavano già dalla sera prima, mentre noi eravamo molto più concentrati. Basta la concentrazione per vincere? Prima di tutto servono i buoni giocatori, gli schemi servono ma senza qualità non si vince. Quella squadra aveva giocatori di qualità. Quella finale è stata il mio capolavoro? Molte volte succedono ci sono dei momenti che ti aiutano. Noi giocammo un'amichevole con la Fiorentina e feci giocare Desailly come difensore centrale. Lui fece male e mi convinsi che non era la strada giusta per sosttituire Baresi e Costacurta. Giocando a centrocampo Desailly fu formidabile, ma tutta la squadra giocò a livelli straordinari, dimostrando il proprio valore, decidendo di presseree Koeman e Guardiola, lasciando che la palla andasse al loro terzino destro".
Su Totti e Cassano: "Due talenti completamente diversi, straordinari. Totti l'ho portato più avanti, perchè vicino alla porta è sempre pericoloso. Cassano sotto l'aspetto degli assist ha una qualità straordinaria. Il ricordo più bello a Roma? E' certamente lo scudetto, i tanti derby vinti e le tante vittorie. Una cosa che non mi è piaciuta della festa dello scudetto, è che la sera che abbiamo vinto il campionato a Roma non ci fu la festa con i giocatori e lo staff, perchè ognuno ha festeggiato a casa sua, perchè quella ufficiale doveva essere il mercoledì".
Sugli scudetti della Juventus: "Ho ancora le medaglie e li ritengo validi. Era una squadra assolutamente più forte di tutte le altre, una squadra competitiva, se c'è un rammarico, potevamo fare di più in Champions. Non c'era discussione che quella era la squadra più forte".
Sulla Nazionale inglese e l'addio: "Ho lasciato l'Inghilterra per difendere quanto io avevo fatto per Terry, sul campo è sempre stato un giocatore importante".
Sul gol segnato a Wembley: "Molto importante per gli spettatori italiani che erano stati chiamati 25.000 camerieri a Wembley, era un grande omaggio a queste persone che erano state un po' sbeffeggiate".
Su Ibrahimovic: "Sono l'allenatore che l'ha voluto alla Juve, lo volevo alla Roma ma non siamo riusciti a prenderlo. Credo sia un fuoriclasse vero, un giocatore che fa la differenza. Quando è venuto alla Juve calciava solo forte e male, gli ho suggerito di lavorare tutti i giorni sul calciare, lui si fermava ad ogni allenamento e si sono visti i risultati. La rete con la Svezia? Quel gol era già difficile da immaginare e lui c'è riuscito, solo i fuoriclasse sono in grado di farlo".
Sulla visita di Berlusconi a Milanello: "Credo che Berlusconi sia fondamentale per il Milan, come lo è stato nei momenti migliori. La sua visita crea fiducia in tutti quanti, crea attenzione. Quando parla è capace di coinvolgerti in tutti i progetti, le più grandi riuninoni teniche le ho fatte a Milanello quando si rimaneva a parlare per cercare di migliorare una squadra già fortissima. La prestazione a Napoli? Per quello che ha fatto vedere in campo, mi sembrava una squadra molto più attenta ed aggressiva rispetto alle partite precedenti".
Su un eventuale futuro in Italia: "Ho l'intenzione di smettere dopo il mio impegno con la Russia, sperando di raggiungere la fase finale del Mondiale in Brasile. Qualora arrivasse un progetto interessante che mi possa coinvolgere potrei anche dire di sì, ma in questo momento non c'è niente interessante".
Su El Shaarawy: "Mi piace molto. Di giocatori così giovani, così bravi e con queste capacità realizzative ce ne sono stati pochi. E' un talento che ha velocità, quando si trova davanti al portiere non ha grossi problemi. Soprattutto quando si inserisce e chiede la palla in profondità. Il gol che ha segnato contro lo Zenit a San Pietroburgo però è stato un gol completamente diverso, ha dribblato due giocatori e ha dimostrato grandi qualità".
Su Aquilani: "E' un ottimo giocatore, che ha avuto bisogno di andare in prestito per due anni in Serie B per maturare. Poi ha dimostrato tutto il suo valore, gli infortuni alla caviglia lo hanno frenato, ma la qualità è induiscussa e lo sta dimostrando in una squadra come la Fiorentina".
Su Montella: "E' passato dalla giovanili ad allenare in due anni la prima squadra della Roma. Ha fatto molto bene a Catania, è uno molto preparato che sta studiando, sono molto contento per lui. Sa gestire il gruppo ed è in grado di dare un bel gioco alla squadra. La forza della Fiorentina è a centrocampo, il possesso palla è molto buono, ha qualità e dei giocatori che sono in grado di fare cose importanti col pallone tra i piedi".
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