Dopo le partenze di Maresca e Contini,Maurizio Lanzaro è rimasto con Longo eFloro Flores uno dei pochi rappresentanti del calcio italiano nella Liga spagnola. Da tre anni gioca col Saragozza e, alla vigilia della partita contro il Barcellona, si racconta in un’intervista esclusiva a ilCatenaccio.es parlando di presente, passato e futuro.
Come giudichi quest’inizio di stagione?
Ho avuto un problema al tendine, ora sto bene, mi alleno e aspetto che il mister mi dia un’opportunità. La squadra sta andando abbastanza bene, è un gruppo giovane con alcune individualità di livello come Montañés.
Perchè è così difficile per uno spagnolo trionfare in Italia e viceversa?
Borja Valero sta dimostrando il contrario. La vera differenza è nella maniera di giocare: in Italia c’è maggiore attenzione alla fase difensiva, qui invece si è più concentrati sull’attacco.
In Italia considerano il livello medio della Liga più basso…
Non è così. L’Atletico Madrid la scorsa stagione ha vinto l’Europa League. Il problema è che le squadre spagnole di mezza classifica giocano a viso aperto perchè i tifosi lo esigono, in Italia le formazioni di pari livello sono più attrezzate ed è difficile segnargli.
Si parla tanto di cantera spagnola, tu però sei cresciuto in una società di grande tradizione come la Roma…
Il settore giovanile giallorosso è un modello di riferimento in Italia, ho fatto tutta la trafila lì grazie a Bruno Conti. È stato un privilegio incrociare campioni del calibro di De Rossi, Aquilani, D’Agostino e Amelia.
9/5/1999, che ricordo hai del tuo esordio in Serie A?
Avevo 17 anni e mi allenavo con la primavera. Il giovedì Zeman mi fece giocare la partitella con le riserve della prima squadra, mentre il sabato venni convocato per la trasferta di Piacenza. Quando mancava un’ora al fischio d’inizio il boemo disse: “A destra gioca il ragazzino…”. Fu una sorpresa del tutto inaspettata!
Zeman parlando di te disse anche: “Alla sua età Nesta non era così forte…”
Zeman mi stimava molto, si diceva che volesse addirittura comprare il mio cartellino. Nesta però è stato il miglior difensore italiano insieme a Cannavaro e Maldini. Questo paragone non è stato un peso per me, piuttosto direi che ho avuto una maturazione tardiva intorno ai 25 anni.
Che tipo è Zeman?
Non è scorbutico come dicono, anzi a suo modo è simpatico e ha carisma. Ricordo che la squadra lo rispettava; nonostante ci fosse qualche muso lungo quando li faceva lavorare, i giocatori stravedevano per lui.
Quest’anno non sembra così, perlomeno a giudicare dai risultati…
Sto vivendo questo momento critico da tifoso. Sono convinto che attraverso il lavoro riusciranno ad emergere, Zeman ha una squadra di campioni.
Da Zeman a Mazzari, tuo allenatore per 3 anni a Reggio Calabria il passo sembra lunghissimo…
Si tratta di un pregiudizio. L’attuale tecnico del Napoli è stato l’allenatore più offensivo tra quelli che ho avuto. L’anno della salvezza utilizzavamo il 3/4/3 e i difensori giocavano altissimi. Mazzarri è un perfezionista, è stato un maestro a tutti i livelli.
Progetti per il futuro?
A giugno 2013 scade il contratto con il Saragozza, mi piacerebbe tornare a giocare in Italia. Quando smetto vorrei vivere a Roma.
Intanto il presente si chiama Barcellona…
Giocare sabato contro Messi sarebbe un privilegio. Ogni volta che lo affronto è sempre una grandissima emozione.
A proposito, Messi o Maradona?
Il cuore dice Diego! Sono cresciuto a Napoli nel mito di Maradona, ma di Leo ho già 4 maglie e se domani giocassi gliela richiederei.
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