lunedì 24 settembre 2012

Milan, tre mosse per battere la crisi. Strama, hai sbagliato strada. La Lega punisca Cellino. Ranegie, chi? Michele Criscitiello

Appena rientrato da Udine, ho avuto tutto il viaggio di ritorno per riflettere su questo Milan. Non era la prima volta che vedevo giocare quest'anno la squadra di Allegri e sono convinto che la colpa non sia dell'allenatore ma di società a calciatori. Una rosa mediocre, assolutamente non all'altezza del prestigio del club e soprattutto Allegri non può essere l'uomo in più dello spogliatoio. Giusto andare avanti con lui, l'unica alternativa sarebbe Tassotti ma non cambierebbe molto la storia di questo campionato, iniziato talmente male che nessuno poteva immagine questo scenario. Galliani aspetta Guardiola tra un anno; sembra che abbiano carte importanti per convincerlo, anche se la squadra andrebbe rifatta. Nel frattempo per battere questa crisi ci sarebbero tra chiavi che Allegri dovrebbe sfruttare a suo vantaggio. Cambiare modulo: difesa a 3 e non più a 4. Sembrerebbe fantascienza, se il Mister sta leggendo questo articolo si starà facendo una grossa risata ma se Zapata è uno dei centrali, il colombiano è più adatto a giocare a 3 che a 4. Questo ti consentirebbe di spingere con gli esterni di centrocampo e non di difesa. Zapata ha confermato che il Milan ha completamente cannato il suo acquisto, dopo i disastri spagnoli con il Villarreal è sempre più l'ombra del difensore sicuro dei primi anni di Udine, venduto quando era in fase calante per 9 milioni di euro. Seconda mossa: escludere Montolivo dal centrocampo rossonero. Rallenta tutte le azioni, non cerca mai gli attaccanti e sembra del tutto spaesato in mezzo al campo. Peccato perché stiamo parlando di un ragazzo volenteroso ma in questa squadra c'entra poco. Terza mossa: aspettare il ritorno di Pato e responsabilizzare maggiormente El Shaarawy, unico calciatore di qualità e con un futuro in questa squadra che, anche ieri, ha giocato al massimo 10 minuti, i primi. La faccia di Galliani a fine partita è la fotografia di una società che non cambia allenatore perché nel giro di una settimana dovrà affrontare altre 3 partite e perché il mercato non offre nulla di particolarmente vantaggioso. Tenere Allegri serve, perché i tifosi hanno un bersaglio in più che possa nascondere le fragilità di una squadra debole e poco competitiva. Milano piange: l'Inter e la maledizione di San Siro continua. Merito al Siena di Cosmi e Antonelli. A fine mercato avevamo promosso l'operato del DS toscano. Forse non ce la faranno, perché il -6 è una zavorra ma il Siena si farà rispettare su tutti i campi. Pari col Toro, ko dignitoso a Genova, pareggio di rimonta con l'Udinese e colpaccio a Milano. Stramaccioni non rischia ma dovrà cambiare al più presto. L'atteggiamento della squadra è quello sbagliato, in Europa si è salvata per un soffio e un gruppo che punta alle prime tre posizioni non può perdere 2 partite in 4 giornate. La difesa non è solida, il centrocampo è disordinato e l'attacco è limitato con poche alternative. Il Presidente Moratti non può permettersi un'altra stagione deludente. E' stata e resterà la domenica della vergogna di Cagliari. Non vogliamo sapere chi ha torto o chi ha ragione, anche se la nostra idea ce la siamo fatta, il problema è uno: Cellino è come un bambino al quale la Lega ha consentito di fare tutto in passato e oggi crede di essere il capo del sistema. Ma questa volta si è dovuto scontrare con il Prefetto, quindi con lo Stato e ne è uscito con le ossa frantumate. La Federazione non può chiudere gli occhi e anche la Lega dovrà dare delle risposte, dopo che gli ha concesso di tutto e di più: anche giocare a Trieste, come se fosse il proprietario della città e non di un club. Per come sono andate le cose sarebbe giusto dare lo 0-3 a tavolino alla Roma, anche perché sarebbe l'unico modo per far vincere a Zeman una partita tenendo la porta inviolata, d'altra parte questi 3 punti potrebbero essere fondamentali per la corsa scudetto o Champions e non può la Roma avere un vantaggio così netto sulle altre, solo per colpa delle scelleratezze di Massimo Cellino.
Chiudiamo con una delle novità del campionato: lo svedese dell'Udinese, Ranegie. Il suo cognome è un problema per i cronisti, i compagni lo hanno adottato come Renegade, la verità è che i friulani hanno scoperto un nuovo mister nessuno e lo hanno dato in gestione a Guidolin. Arrivato l'ultimo giorno di mercato, Gino Pozzo, Fabrizio Larini e tutti gli uomini di mercato di Udine, lo hanno preferito alla concorrenza per caratteristiche di gioco e per fiuto del gol, anche se qualcuno parlava di Tiribocchi o Maccarone. Non è una battuta, non dovete ridere! Forse, anche stavolta è andata bene così e vinceranno loro. Anche perché Allan, a centrocampo, si sta prendendo quello che una volta era il posto di Asamoah e ancora non abbiamo visto il meglio di Muriel, Willians e Maicosuel altre frecce in un arco che non si arrugginisce mai.

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