La Juve vince finalmente in Champions League, con il Nordsjaelland, ma non può esultare più di tanto: dall'altra parte Victor Moses fissa il punteggio sul 3-2 per il Chelsea, costringendo i piemontesi a racimolare quattro punti tra inglesi e Shakhtar. Intanto lo United si accoda a Porto e Malaga nel novero delle già qualificate, il Valencia è a un passo dalla qualificazione così come il Bayern, vincente per 6-1 contro un derelitto (e quasi eliminato) Lille.
I top
Claudio Pizarro - Tre gol in trentatré minuti per uno dei più grandi bomber che la Bundesliga abbia conosciuto, ritornato in Baviera a parametro zero dopo un lustro di latitanza. Ha già siglato sei reti in campionato, ma il tris di ieri rappresenta perfettamente ciò che si chiede a un attaccante: potenza nel primo caso, rapidità nel secondo e gioco aereo nel terzo. Meglio di così...
Il Chelsea - All'ultimo minuto, su calcio d'angolo, di riffa o di raffa. I Blues si prendono la testa del girone vincendo con lo Shakhtar con il respiro di Victor Moses, certamente non un titolare. Serata anche fortunata, perché il portiere degli ucraini ne combina più di Bertoldo. Anzi, di Svejk, eroe dei libri di Hasek.
Il Manchester United - C'è chi compra il titolare dell'Arsenal, Robin van Persie, e chi prende in prestito la riserva della riserva, Nicklas Bendtner. A parte la contrapposizione evidente del top player juventino, i Red Devils vincono con il Braga e si qualificano con due turni di anticipo. Dieci giorni di goduria dopo il Chelsea - con aiutini vari di Clattenburg -, l'Arsenal e il Braga.
I flop
Calcio russo - Malissimo lo Zenit, va peggio allo Spartak Mosca, oramai con un piede e mezzo fuori dall'Europa. La dimostrazione che spesso non bastano i rubli per comporre una società e una squadra competitiva. In attesa dell'Anzhi nella prossima stagione.
Il possesso palla - 11% negli ultimi cinque minuti. Un dato che difficilmente si è mai visto su un campo di calcio. Eppure il Celtic è riuscito a imporsi sulla squadra più forte del mondo, il Barcellona, con un pallone giocabile su dieci, mentre per il resto ne ha avuti 3 ogni 10, spesso nella propria metà campo. E' in questi momenti che forse servirebbe un Ibrahimovic ai blaugrana, narcisisti fino allo svenimento ma che qualche volta non abbattono le barricate. Complimenti ai biancoverdi.
I professionisti - Chiosa finale per la solita bega nostrana, quasi da cortile, del nostro calcio. Pure quando siamo in Europa non possiamo fare altro che parlare delle nostre rivalità campanilistiche, tra giornalisti e allenatori. Succede che qualche inviato, ieri allo Juventus Stadium, abbia esultato al gol di Victor Moses che costringe la Juve a battere il Chelsea - comunque compito da assolvere in caso di pareggio dei Blues con lo Shakhtar - e poi a conquistare un punto nell'ultimo match del gironcino. In un momento sbagliato, quando passava Conte, e la frase non è stata proprio da lord inglese. Di che ci lamentiamo? In un calcio avvelenato, che propina bocconcini pieni di livore e odio fra le squadre, che parla solo di fuorigioco e di arbitri, di ammonizioni mancate e di rigori non concessi, vogliamo davvero che questa non sia la regola? In ogni giornale, purtroppo o per fortuna, possiamo leggere articoli di parte, per compiacere uno o l'altro, sembra quasi una regola. Il risultato che poi ne deriva è proprio questo: vogliamo divertirci un po' di più, senza dovere star dietro a polemiche a ogni giro di posta? Abbassiamo i toni, tutti. Sarebbe ora.
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